5. I 21 figli di Pietro Giovanni Guarneri a Mantova
Sono pochissime le notizie riguardanti Pietro Giovanni Guarneri, figlio di Andrea, fornite da De Piccolellis (1885 (I) - 1886), un po’ più ricche quelle date dagli Hill (1931), sintetiche ma imprecise quelle di Santoro (1989).
Pietro era figlio di Andrea, nato a Cremona nel 1655 e avrebbe sposato Caterina Sussagni il 29 gennaio 1677. La data dello sposalizio è stata segnalata da De Piccolellis (De Piccolellis 1886), senza dire però in quale chiesa sia stato celebrato e senza citare il documento. Hill (Hill 1931) e Santoro (Santoro 1991) si sono limitati a indicare l'anno.
Il 29 gennaio 1678 sarebbe nato il primo figlio, Andrea Francesco, battezzato in S. Matteo, ma l’atto citato da De Piccolellis (De Piccolellis 1886), che avrebbe dovuto trovarsi nei libri parrocchiali (Battesimi, vol. II, p. 107) vi è però irreperibile.
De Piccolellis (De Piccolellis 1886) concludeva la biografia di Pietro Giovanni Guarneri affermando che: «ebbe altri figliuoli, perché avendo lasciata Cremona mancano altre notizie intorno a lui. Sappiamo però che nel 1698 egli tornò per qualche tempo nella casa paterna, dove si trattenne sin dopo la morte del padre. [...] Egli era a Cremona fin dall'Agosto 1698, perché ai 22 di quel mese fece da compare al battesimo del suo nipotino Bartolommeo, figliuolo ultimogenito di Giuseppe. Null’altro possiamo aggiungere intorno a lui, ma è certo che ritornò a Mantova, ove visse per molti anni, e poi sembra si trasferisse a Venezia, ove morì in età decrepita».
Circa quanto scritto da De Piccolellis, è confermata la presenza di Pietro a Cremona nel 1698 ma non esistono dati certi della sua permanenza nella città natale sino alla morte del padre (7 dicembre); come vedremo più avanti, il 10 dicembre gli nacque a Mantova una figlia.
Bisogna sottolineare inoltre che all'epoca di De Piccolellis si credeva ancora erroneamente che Pietro di Mantova fosse la stessa persona di Pietro di Venezia, mentre questi era suo nipote, figlio del fratello Giuseppe Giovanni Battista.
Santoro ha aggiunto qualche notizia sulla vita mantovana di Pietro Giovanni (Santoro 1991).
La verifica dei documenti d'archivio che ho fatto molti anni fa a Cremona e a Mantova, ha confermato l'esistenza di quasi tutti i documenti citati dagli Hill e, con la scoperta di quelli inediti relativi ai suoi numerosi figli e alla morte della prima moglie, oltre che sulla seconda, si sono aperti nuovi spiragli di verità sulla vita di questo liutaio cremonese.
Negli Stati d'Anime della Parrocchia di S. Matteo di Cremona, dunque, si trova conferma che, fra il 1676 e il 1677, Pietro aveva sposato Caterina Sussagni, con la quale abitava nella casa paterna. Il primo figlio, Andrea Francesco, nato nel gennaio del 1678, avrebbe dovuto essere registrato negli Stati d'Anime dello stesso anno o del successivo, ma così non è, il che fa presumere che sia morto poco dopo la sua venuta al mondo.
I due sposi risultano residenti nella casa di famiglia sino al 1679 e non vi sono più nel 1680. È forse in questo lasso di tempo che Pietro ha lasciato Cremona, trasferendosi a Mantova.
Un documento del 7 maggio 1685, reperito nell'archivio ducale di Mantova dal Direttore Stefano Davari, è la prima testimonianza certa della presenza di Pietro Giovanni nella città, quando chiede al Duca di «...essere aggregato per hora al numero degli altri suoi [...] suonatori attuali per suonar egli la Viola e Violino» (Davari 1884-1885). Il Duca, accondiscendendo alla sua supplica, gli promette lo stipendio e il trattamento goduto da Francesco Scalfoni quando questi «col tempo» mancherà. Pietro Giovanni, perciò, giunse a Mantova come suonatore di viola e violino, com’era accaduto un centinaio d’anni prima per Claudio Monteverdi.
Il 22 febbraio 1689 nasce a Mantova Francesco. Il fatto che al secondo figlio sia dato il nome del primogenito conferma il decesso di Andrea Francesco. Francesco è battezzato dal parroco di S. Lorenzo nella basilica di S. Andrea (fig. 1), dove la parrocchia ha trovato sede in una cappella dedicata al santo titolare (figg. 2 e 3) da quando la "Rotonda di S. Lorenzo" (Fig. 4) era stata chiusa al culto per ordine del Duca Guglielmo Gonzaga (1579).
Fig. 1 - La basilica di S. Andrea a Montova con vista di Piazza delle erbe, Olio su tela
Fig. 2 - L'ex Cappella di S. Lorenzo in S. Andrea
Fig. 3 - B. Pagni, Il Martirio di S. Lorenzo, olio su tela
(Pala originale della cappella di S. Lorenzo in S. Andrea)
Mantova, Palazzo Ducale
Fig. 4 - La torre dell'orologio e la "rotonda" di S. Lorenzo dopo il restauro del XX secolo
L'atto di battesimo di Francesco attesta che Pietro e Caterina abitavano nella parrocchia di S. Lorenzo, dove lo ritroveremo ancora negli Stati d'Anime del 1700 e 1701, ma non più in seguito.
Nell’aprile del 1690, Caterina da alla luce Vincenza Rosa, la cui esistenza è testimoniata non dall'atto di battesimo ma da quello di morte, perché dopo aver vissuto solo sei giorni viene sepolta in S. Andrea il 27 aprile.
Il 1° maggio seguente, il Duca Ferdinando Carlo nomina Pietro suo “Maestro de' Violini”, incaricato di suonare e non, come ha sostenuto Santoro (1991), di curare come liutaio gli strumenti della corte ducale.
Nel 1692 muore, all'età di "un anno e sei mesi", il figlio Paolo, che viene sepolto in S. Andrea il 6 dicembre.
Il 1693 è un anno tragico per Pietro Giovanni. Il 27 agosto nasce Giacomo Antonio, che è battezzato in S. Andrea il giorno seguente e, forse in conseguenza di complicazioni post-parto, la moglie Caterina muore all'età di trentaquattro anni e viene sepolta in S. Andrea il 14 settembre, seguita anche dal neonato, che è inumato nella stessa chiesa il 24 ottobre.
Il decesso di Caterina era stato segnalato senza indicarne la data anche dagli Hill (1931), che avevano citato gli Stati d'anime del 1694, nei quali risulta che Pietro si è congiunto a Lucia Guidi, figlia di Bartolomeo, nata a Guastalla il 17 febbraio 1667 e sposata nella cattedrale di Mantova il 25 novembre 1693.
Dalla seconda moglie, il 17 settembre 1694, nasce Alessandro Bartolomeo, battezzato in S. Andrea il 22 successivo.
La donna è registrata con il cognome De’ Guadis anche negli Stati d'Anime del 1695, ma l'atto di battesimo di un'altra figlia di Pietro, Ludovica, battezzata in S. Andrea il giorno stesso della nascita il 14 novembre dello stesso anno e morta il 17 seguente, riporta il cognome della moglie Lucia come De' Borranis.
Gli Hill, non conoscendo gli atti parrocchiali, hanno fatto coincidere Lucia de’ Guadis con Lucia de' Borranis, ma forse hanno fatto un errore.
Mi sono chiesto come fosse possibile che, se nell'atto di battesimo di Alessandro Bartolomeo (settembre 1694) e ancora negli S.A. del 1695 (marzo?) la donna era registrata col cognome De' Guadis, potesse essere registrata a novembre dello stesso anno col cognome De' Borranis. Lucia de' Guadis era forse morta nei giorni della scrittura degli Stati d'Anime del 1695 e Pietro, preoccupato per la sorte dei figlioli ancora molto piccoli, si era subito risposato con un’atra donna che aveva lo stesso nome?
Ho cercato, ma non sono riuscito a trovare, né l’eventuale atto. di morte di Lucia Guidi, né quello di matrimonio di Pietro con Lucia Borrani. Fortunatamente, a chiarire la questione, è stato il reperimento dell’atto di versamento a Pietro della dote di Lucia, rogato il 4 maggio 1694. L’atto fu celebrato in Guastalla, nella casa di Bartolomeo de Buranis, alias Guido (evidentemente il padre di Lucia), sita nella contrada detta dei Padri di San Francesco. Vi si trova scritto che Pietro Guarneri partecipò alla celebrazione dell’atto in quanto marito di “Lucia de Buranis” sua moglie, anch’essa presente, e vi viene menzionata anche la data dello sposalizio, il 25 novembre 1693.
L’arcano è chiarito, Lucia Guidi e Lucia Burani o Borani erano la stessa persona.
Il 20 novembre 1695 viene sepolto in S. Andrea Alovisio, di quattro anni, evidentemente un'altro figlio di Pietro nato dal matrimonio con Caterina Sussagni.
Gli anni che seguono registrano una sequela di nascite e morti di figli rivelate ancora dai Registri Parrocchiali di S. Lorenzo:
1696, 23 novembre, battesimo di Catharina, nata il 17 novembre, che segnata negli S.A. del 1700 e 1701, manca dal 1702 al 1707 e ricompare dal 1708 sino al 1718, nel 1719 non vi è più registrata perché ha sposato il 5 ottobre dell’anno precedente Iginio Gaetano Vernizzi figlio di Antonio da Guastalla (Hill 1931);
1698, 11 dicembre, battesimo di Isabella Clara, nata il giorno prima, che compare negli S.A. del 1700, non è registrata dal 1702 al 1709 e vi ricompare nel 1710;
1700, 7 marzo, battesimo di Eleonora, nata il giorno 4 e morta il 17 luglio, sepolta in S. Andrea;
1702, 6 agosto, battesimo di Giuseppe Antonio, nato il giorno 1; non segnato negli S.A. del 1703;
1703, 20 novembre, battesimo di Giovanni Andrea, nato il giorno prima e sepolto in S. Andrea l'8 settembre del 1704;
1705, 28 settembre, battesimo di Aurelia Maria, nata il giorno 26, ma non compare negli S.A. del 1706;
1707, 14 marzo, sepoltura in S. Andrea di Vittoria, dell'età di tre mesi.
Sin qui i nomi dei figli e figlie di Pietro registrati nei documenti parrocchiali di S. Lorenzo. Di altri è rivelata l'esistenza dagli Stati d'Anime della stessa parrocchia.
Quattro figlie, che erano certamente nate da Caterina Sussagni perché indicate negli S.A. del 1694, sono:
Isabella, registrata soltanto nel 1694;
Lucrezia Teresia, segnata ancora nel 1700, ma non nell'anno successivo;
Pavola, presente ancora dal 1700 al 1703, non c’è più nel 1704;
Angela, che risulta ancora negli S.A. sino al 1705;
Figlia di Lucia De' Buranis-Guidi era invece Anna Maria, iscritta soltanto negli S.A. del 1709.
Andrà verificata la sorte dei figli di cui non si conosce l'atto di morte, ma è da sottolineare il fatto che dei ventuno figlioli (22, se il Bonaventura citato nel testamento di Pietro non è il nome da religioso di uno dei figli sopra indicati), avuti dalle due mogli, fra il 1710 e il 1718 sono ancora in casa con Pietro e la moglie Lucia soltanto Anna Caterina e Isabella Clara. Otto figli erano sicuramente morti, seguiti probabilmente da altri sette, e i superstiti erano soltanto sei.
Fig. 5 - Estratto della mappa di Mantova con evidenziati: in rosa il convento di S. Francesco di Paola - in giallo il quartiere della parrocchia di S. Lorenzo
Pietro Giovanni muore il 26 marzo 1720 a sessantaquattro anni ed è sepolto il giorno seguente nella chiesa mantovana di S. Francesco di Paola (Fig. 5), aggregata al convento omonimo dove vivono da religiosi i suoi due figli maschi superstiti e, nel testamento, rogato alla presenza del notaio Ludovico Mozzi di Mantova (Hill. 1931) il giorno prima della morte, oltre a indicare i suoi lasciti, Pietro rende noti i nomi dei figli ancora viventi:
suor Maria Caterina, che vive nel convento mantovano dell'Annunciata, alla quale lascia un dipinto ad olio con Cristo Morto;
suor Clara, alla quale lascia un dipinto ad olio raffigurante S. Antonio di Padova;
Bonaventura e Alessandro, Frati dell'Ordine di S. Francesco di Paola, ai quali lascia i suoi libri;
Isabella (Clara), in età da marito (che sposerà il 4.6.1720 Andrea Piretti), alla quale lascia, in comune con la moglie Lucia, tutte le sue proprietà e altro ancora, desiderando che le due figlie viventi, Isabella e Caterina, abbiano ad ereditare uguali porzioni.
Lucia de’ Borranis, vedova quarantaquattrenne di Pietro, sposerà invece il 20 giugno 1721 a Guastalla certo Giuseppe Zanantoni.
In conclusione, si può dire che nonostante il prestigioso impiego come violinista a corte, il monopolio della vendita delle corde armoniche in tutto il territorio del ducato concessogli dal Duca nel 1692 (Hill 1931) e il mestiere di liutaio sporadicamente ancora esercitato possano avergli garantito un'esistenza economicamente agiata, Pietro Giovanni non ha avuto una vita serena.
Gianpaolo Gregori
10 ottobre 2017