Per la realizzazione del dipinto, replica d'un precedente originale perduto già nella collezione Wonwiller di Milano, per delineare la figura di Stradivari, l'autore si è palesemente ispirato alla testimonianza del violinista torinese Gaetano Pugnani, citata da Fétis nel suo libro del 1856. La bottega, però, - come gli strumenti musicali con i loro accesori (mandolini napoletani lombardi, chitarra romantica, arpa positiva, ecc.) ha avuto modelli affatto ottocenteschi. Inoltre, fuori dalla finestra posta nel quadro a sinistra, si vede la facciata della chiesa di S. Domenico collocata alla destra della bottega, mentre era invece di fronte.