Casalbuttano (CR), 14 aprile 1878 - Cremona, 8 settembre 1937
Figlio di Secondo e di Florinda Frati. Trasferitosi da bambino a Milano presso il fratello, fece il cameriere e nei momenti liberi si recava a Brera a veder dipingere. A 13 anni tornò a Casalbuttano dove iniziò a lavorare nella bottega di falegname ebanista del padre. Appassionatosi alla musica, a 15 anni si costruì da solo una chitarra, che imparò a suonare ad orecchio. A 17 anni frequentò per un anno e mezzo le lezioni di violino del maestro Donato Salamini ed iniziò a praticare la liuteria da autodidatta costruendo gli strumenti necessari ai complessi musicali nei quali suonava (violini, viole, violoncelli, contrabbassi e mandolini). Nel 1916 dovette partire per la Guerra da dove tornò nel 1919 a Casalbuttano e lasciata l'attività di ebanisteria coi fratelli, nella bottega paterna iniziò stabilmente l'attività liutaria. Morta la moglie Maria Mangella, nel 1923 sposò Maria Piazzi, e si trasferì a Cremona, aprendo la prima bottega in Via Anguissola, e partecipò alla Mostra delle arti e delle arti applicate allestita nel Palazzo Ugolani Dati. Poi ebbe bottega in Corso Garibaldi, fra via Oberdan e Via Goito, quindi si trasferì nello stesso Corso, ma vicino alla chiesa di S. Agata. Ebbe costanti rapporti con il mondo musicale cremonese e fra gli anni 1930-1937 gli strumenti dell'orchestra Salamini erano tutti costruiti da lui. Negli anni di attività, costruì circa cento violini, una trentina di viole, diversi violoncelli, alcuni contrabbassi e almeno 65 buone chitarre, fra le quali un'arpa-chitarra a 13 corde nel 1929. Tramite il M° Brasi inviava i suoi strumenti anche in Ungheria, Romania, Bulgaria e Germania. Nel Maggio 1929 partecipò a Cremona alla "Esposizione d'arte e dell'artigianato" in Palazzo Cittanova. Nei primi violini pose un'etichetta di carta da musica con la firma autografa, poi a Casalbuttano adottò un cartellino e dal 1923 il cartellino di Cremona e il timbro a fuoco con "L. Digiuni".
nel 1949 a Cremona, la partecipazione postuma al "Concorso internazionale di liuteria contemporanea", in cui la giuria gli assegnò un diploma speciale e l'iscrizione al Registro del Violino" istituito presso il Museo di Cremona. Per gli strumenti ad arco usò modelli ispirati ai classici cremonesi e vernice giallo rossiccia. Nel 1922 aveva brevettato (n. 230-533) il "violetto", una via di mezzo fra la viola e il violoncello, suonato a spalla, che aveva costruito in tre esemplari, uno finito in Germania, un secondo negli Stati Uniti, il terzo rimasto presso di lui, che fu donato dalla vedova, assieme a un violino, una viola e un violoncello, al Museo di Cremona, a condizione che fossero esposti al pubblico unitamente a una fotografia del marito.