Karel Jalovec (1965) lo identificava "sicuramente" con Carlomorti (Carlomordi), al quale Konrad Wölki (1939) attribuiva un mandolino, appartenuto alla collezione Gunter-Prestel, oggi disperso, che era stato venduto a Francoforte sul Meno nel novembre 1910.
Secondo John Dilworth si tratterebbe invece di Carlo Carlomordi, che avrebbe lavorato a Verona e cita Vannes che ricorda di questo autore un violino piccolo del 1654 e il mandolino del 1660, ma Lutgendorff (1926) e Vidal (1889) menzionavano Marco Calonardi (Colonardi) che avrebbe lavorato a Cremona nello stesso periodo.